Dopo gli interessanti articoli sul rating, sul ruolo delle banche e sulla comprensione delle cause per trovare la soluzione della crisi, ecco un altro articolo di approfondimento sull’attuale congiuntura economica della nostra Rossella Ognibene. Un rapido focus sulla situazione emiliana, alle prese anche con gli effetti del recente sisma.
Gruppo d’Intervento Giuridico
In Emilia Romagna sono circa 60mila i lavoratori finiti in cassa integrazione, per un totale di 47 milioni di ore, oltre ai 39mila sospesi dal lavoro (dati C.G.I.L. Emilia-Romagna, 2012).
Questo è il totale che assomma risultati della crisi economica e del terremoto nella Regione.
Non posso esprimere l’analogo ottimismo che in questi giorni sembra essere accolto dai vertici del nostro Paese.
Basta pensare al ricorso agli ammortizzatori sociali per i primi sette mesi del 2012, che non comprendono ancora quelli attivati per il sisma, e che confermano l’andamento del 2011. Solo in luglio sono state usate 8,5 milioni di ore (28 milioni nell’industria, 6 nell’edilizia, 3,5 nell’artigianato, 9,5 milioni di ore nel commercio).
A questi dati si devono le migliaia di lavoratori espulsi dai cicli produttivi e quelli a termine che non hanno visto confermato il loro impiego o incarico.
Secondo la Cgil, solo nei primi mesi di quest’anno sono oltre 15mila coloro che hanno perso il posto. Né l’export sembra poter attutire i problemi.
In tale contesto si innesta altro problema: la mancata sospensione del pagamento delle tasse per le aree terremotate. Tale mancata sospensione è stata criticata anche dal Governatore della nostra Regione. Il Governo ha dunque rinviato a novembre la riscossione entrate.
Sulla mancata sospensione del pagamento tasse interviene anche l’Agenzia delle Entrate con una sua nota di chiarimento con la quale afferma “la tempistica della ripresa degli adempimenti è contenuta in provvedimenti legislativi. L’Agenzia delle entrate, infatti, ha applicato la legge sulla base dei chiarimenti forniti dal dipartimento delle Finanze”.
In tutto questo avvitarsi dei problemi nazionali, e causa terremoto, anche locali non si può neppure guardare con ottimismo ai meccanismi europei.
Ancora nulla è stato chiarito dalla BCE circa i meccanismi di intervento per abbassare gli spread dei Paesi come il nostro e la Spagna che stanno subendo danni davvero rilevanti a causa dell’aumento dei costi di finanziamento.
E come se non bastasse, abbiamo anche le agenzie di rating che ora si muovono in modo “sparso”: Moody’s e Fitch che esprimono una vena di cauto ottimismo, mentre Standard & Poor’s resta molto scettica.
Rossella Ognibene, avvocato del Foro di Reggio Emilia
(foto E.R., S.D., archivio GrIG)