C’è una notizia passata praticamente sotto silenzio, mentre avrebbe meritato la ribalta nazionale, quanto meno per gli insegnamenti che se ne dovrebbero trarre.
Il Comune di Fluminimaggiore (CI), con deliberazione Consiglio comunale del 31 ottobre 2012, ha negato l’ennesima proroga per l’esecuzione dei lavori del piano di lottizzazione turistico-edilizio nella località S. Angelo.
E’, in pratica, il certificato di morte di una delle più scandalose (e poco conosciute) speculazioni immobiliari ai danni del patrimonio ambientale isolano, condotta – per giunta – con soldi pubblici e illudendo centinaia di disoccupati e sottocupati locali.
La vicenda nasce 20 anni fa, nel 1992.
Il progetto turistico-edilizio presentato dalla S.Angelo s.r.l. comprendeva, su 160 ettari, tre alberghi da 400 posti letto l’uno (complessivamente 1.200 posti letto per 77.000 mc. di volumetrie complessive) e 60 villette “a rotazione d’uso” (altri 12.000 mc.) e servizi (mc. 18.000) da realizzare con i contributi pubblici della legge n. 221/1990 per la reindustrializzazione delle aree ex minerarie.
Il sito è immerso nell’area di archeologia mineraria dell’Iglesiente, vicino al tempio punico-romano di Antas, al villaggio minerario di Su Zurfuru, ai siti estrattivi di Arenas, oggi oggetto di recupero (sempre con fondi pubblici), ma privo di gestione.
Un’area dove non sarebbero mai finiti i flussi turistici del Giubileo del 2000, come sbandieravano con sprezzo del ridicolo gli sfegatati supporters, ma dove si dovrebbero pian piano radicare – grazie soprattutto a un’oculata promozione turistica – gli itinerari del turismo naturalistico e dell’archeologia mineraria. Magari di quel Parco geo-minerario, storico, ambientale della Sardegna, vero ectoplasma di quel che dovrebbe essere.
Una rete di piccoli (e gestibili) agriturismi e alberghi rurali, magari nei luoghi delle miniere, con adeguati servizi (escursioni, internet, eno-gastronomia, ecc.), non certo “mattoni” di cemento da centinaia di posti letto fra i boschi.
Fin da subito gli Amici della Terra ed il Gruppo d’intervento Giuridico – tanto per cambiare, in splendida solitudine – si sono tenacemente opposti con svariate azioni legali all’intervento immobiliare (gruppo Obino) dal pesante impatto ambientale in un’area ad elevato valore ambientale: la Soprintendenza ai Beni Ambientali di Cagliari ed il Ministero per i Beni e Attività Culturali hanno annullato per ben due volte (D.M. 3.12.1994 e 14.12.1995) l’autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Regione (Ass.to P.I. e BB.CC.), la stessa Regione ha prima concesso il nullaosta paesaggistico per la lottizzazione “frutto di una proposta progettuale … nel suo complesso inadeguata ai fini della verifica del corretto inserimento nel particolare contesto paesaggistico delle volumetrie previste, in quanto scarsamente correlata con le caratteristiche del territorio interessato, … limitatamente all’insediamento alberghiero n.1, a condizione che esso vada ad interessare, nella misura massima possibile, prioritariamente la superficie coperta ad eucaliptus” (nota Ass.to P.I. n. 777 del 9.2.1994) e ha poi “bocciato” il progetto esecutivo presentato (nota n. 2623 del 31.3.1994) proprio per il pesante impatto ambientale. Poi, spinta dalla forte istanza comunale-sindacale, ha successivamente autorizzato (nota Ass.to P.I. e BB.CC. n. 13453 del 19.12.1996) il secondo complesso alberghiero da ulteriori 400 posti letto.
Inutilmente, da più parti (compreso il Ministero per i beni Culturali ed Ambientali) è stato proposto, sempre a fini turistici, il recupero del borgo di S.Angelo. Si sarebbe così ottenuto salvaguardia ambientale, recupero urbanistico e di ricettività, analogo numero di posti di lavoro senza intaccare il “capitale ambiente”.
Tutto inutile. L’Amministrazione comunale di Fluminimaggiore – guidata allora come oggi dal sindaco Piergiuseppe Massa, mai che certi amministratori pubblici si ritirino a vita privata – insieme ai sindacati confederali e a centinaia di disoccupati locali hanno preteso con manifestazioni e violenza verbale non dimenticabili, la realizzazione del primo complesso alberghiero, l’Antas Hotel, 32 mila mc. e 400 posti letto (con contributo pubblico di £. 4.884.715.000 su £. 12.414.000.000 di investimenti dichiarati). Un vero fallimento, chiuso dopo solo qualche anno con vicissitudini del tutto dimenticabili.
Ecco i risultati.
Oggi dovrebbero essere studiati e impressi a fuoco nelle menti di amministratori regionali e locali, di sindacalisti, di imprenditori, di tutti i residenti dei centri interessati. E anche – perché no? – delle tante associazioni culturali, ambientaliste, di promozione locale che non dissero e non dicono un fiato su queste problematiche.
E’ anche grazie a questi fallimenti annunciati che oggi, a distanza di vent’anni, la chiusura dell’Alcoa e di tante altre realtà industriali del Sulcis-Iglesiente è solo pioggia sul bagnato.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Amici della Terra
da L’Unione Sarda, 1 novembre 2012
FLUMINIMAGGIORE. Il Comune. Proroga negata per la lottizzazione di Sant’Angelo. Federico Matta
Niente proroga alla concessione edilizia per la lottizzazione di Sant’Angelo e stop al Piano di sviluppo turistico della frazione montana. Il Consiglio comunale di Fluminimaggiore ha espresso ieri all’unanimità un no secco alla richiesta presentata nei giorni scorsi dalla Sant’Angelo Srl, riguardante la concessione di un’ulteriore proroga (la quinta per l’esattezza, l’ultima concessa lo scorso aprile) dei termini di scadenza dell’autorizzazione per l’esecuzione dei lavori, rilasciata dal comune nei primi anni ’90.
LA PROROGA. «Sulla decisione di votare contro la richiesta della Sant’Angelo Srl – tiene a precisare il sindaco Piero Massa – non c’è stato nessun ordine di scuderia. Ritengo che, stanchi delle promesse e anche soprattutto per una questione di dignità, si è voluto questa volta bocciare più che altro la mancanza di serietà da parte della società immobiliare, dimostrata richiedendo soltanto proroghe sulle concessioni e non realizzando mai niente per il completamento del Piano di lottizzazione della frazione».Sulle motivazioni del voto contrario, sembrerebbe non ci siano dubbi neanche tra gli esponenti della minoranza. «In questi ultimi vent’anni, in nome dello sviluppo del territorio – lamenta Mario Secchi, dell’opposizione – le amministrazioni che si sono succedute alla guida del Comune, hanno dato la massima disponibilità per l’attuazione del Progetto Sant’Angelo. Ma agli imprenditori che si comportano malissimo, prendendo in giro la nostra comunità come questi hanno fatto, non puoi rinnovare la fiducia e concedere altre proroghe».
GLI ALBERGHI. Il progetto iniziale, approvato nei primi anni ’90 e finanziato dalla Regione con i fondi per la riconversione delle attività minerarie, prevedeva la costruzione di tre alberghi. Nel 2004 è stata inaugurata la prima e unica struttura ricettiva realizzata, l’Antas Hotel da 340 posti letto, che ha chiuso i battenti dopo qualche anno di attività. Ora con la bocciatura dell’ennesima proroga il capitolo sulla lottizzazione turistica di Sant’Angelo potrebbe chiudersi tra mille polemiche. «Ma potrebbe aprirsene un altro – assicura l’assessore Marco Cau – nel caso in qui si presentassero dei veri imprenditori disposti a creare sviluppo e occupazione. Perché con questi non si va da nessuna parte».
(foto S.D., archivio GrIG)